Didattica per concetti
Lo studio della filosofia si muove su due piani: la comprensione dei testi del singolo autore e l’apprendimento di concetti generali. I secondi nascono nel pensiero dei singoli autori, dove vanno visti in azione, per comprenderli poi ed usarli anche in generale. Per comprendere i concetti così come sono presentati dai singoli filosofi, è essenziale la lettura dei loro testi, fatta però mediante una serie di passaggi didattici utili per individuali e per appropriarsene.
I concetti sono correlati tra sé e la loro relazione può essere esplicitata mediante la realizzazione di mappe concettuali.
Le mappe concettuali consentono di chiarire i concetti e di operare con essi, contribuendo alla formazione di competenze che investono l’intera struttura mentale dello studente, come sottolinea il cognitivismo. All’interno di questa teoria dell’apprendimento, si analizza in particolare il contributo dato da Joseph D. Novak e da David B. Gowin che approfondiscono le potenzialità dell’uso didattico delle mappe concettuali.
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Dal testo ai concetti
Il metodo più naturale per passare dal testo ai concetti consiste nel confrontare l’uso che filosofi diversi fanno degli stessi concetti, individuati da termini o da espressioni.
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Concettualizzare, argomentare, problematizzare
Sul piano didattico, occorre lavorare sui prerequisiti della capacità argomentativa, affinché gli alunni sappiano correttamente usare «le articolazioni logiche e le strutture di pensiero che esse esprimono: causa/effetto; principio/conseguenza; con i connettivi linguistici appropriati (ma, tuttavia, allora, dunque, ecc.), cioè padroneggiare la logica delle operazioni formali».
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Le mappe concettuali
Il procedimento di base è semplice e molti insegnanti ne fanno uso nel proprio metodo di insegnamento. Una mappa è fondamentalmente una struttura concettuale organizzata secondo una determinata finalità.
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